
Canto corale
È il laboratorio perfetto per chi ama cantare ma si vergogna e non ci pensa proprio ad “esibirsi”, per chi crede di non avere la voce adatta, di non saper cantare, di essere stonato.
La dimensione corale soccorre chi si sente così e ha voglia di cantare, perché cantare è liberatorio, perché “canta che ti passa” come recita l’adagio popolare.
La dimensione corale del laboratorio è centrale e corre in parallelo con un lavoro personale durante il quale si impara a conoscere il proprio suono e a seguire un ritmo comune.
In entrambi i processi il corpo, come luogo di produzione del suono, è protagonista assoluto: bisogna risvegliarlo, conoscerne “l’intelligenza”, come questa si attiva quando si impara, come funziona per ognuno.
Ci sono delle azioni anche molto semplici (ridere, camminare) che facciamo quotidianamente, che possono essere usate in funzione musicale; se cambiamo visione, o meglio ascolto, constatiamo per esempio che il cammino ha una cadenza regolare, ritmica, musicale appunto, oppure che la risata ci porta ad esplorare zone del registro vocale sconosciute al parlato ma utilissime al canto. È infatti il tipo di ascolto che crea la musica e cambiando modo di ascoltare e di ascoltarci si può esercitare e far crescere l’intelligenza musicale e del corpo.
Durante il lab dunque si esplorano gli ambiti a cui si è accennato sopra.
Un po’ più nel dettaglio:
• si apprende la tecnica di emissione vocale, la respirazione funzionale al canto, le zone di risonanza della voce nel corpo, l’armonizzazione, la sovrapposizione di armonie e di ritmi
• si sperimenta il corpo in funzione ritmica con la c.d. body percussion
• si sperimenta il ritmo “giocando” (playing) strumenti a percussione
• si imparano canti arrangiati per coro.
Il repertorio attinge, in linea di massima, alle tradizioni popolari del mondo ma è potenzialmente aperto alle musiche più varie. Il riferimento alle tradizioni popolari è centrale non solo per i numerosi e vari canti ma anche per la pedagogia e il metodo musicale che sottende:
• la trasmissione orale, da bocca a orecchio
• l’imitazione e il modellamento
• la semplicità, la bellezza, l’orecchiabilità delle melodie
• la giocosità ritmica e la ballabilità
• il valore poetico.
Veronica Racito
Veronica Racito, laureata in Dams-musica presso l’Università di Palermo. Ha studiato canto jazz (con Maria Pia De Vito, Flora Faja) e tecnica vocale; ha frequentato diversi workshop e corsi di canto jazz, canto popolare e di espressione vocale (con Miriam Palma, Ewa Benesz). Ha studiato danze di tradizione popolare con Barbara Crescimanno e danza dell’Africa occidentale con Bifalo Kouyate. Ha studiato etnomusicologia con i docenti universitari G. Giuriati, G. Garofalo e S. Bonanzinga compiendo viaggi di ricerca in West Bengala, Mali e Tunisia. Col gruppo Trizziridonna è stata in diversi festival e ha collaborato con diversi musicist3 in Italia e in Europa. Consegue il master in ed. musicale, UniFortunato-2020 e il corso base del metodo Gordon, AIGAM-2021. Collabora col gruppo performativo e di ricerca etnomusicologica Choròs e col gruppo musicale Jarana trio; aggiorna costantemente i suoi studi in ambito musicale, musico-terapico (è iscritta al il biennio di Teorie e tecniche della musicoterapia presso il Conservatorio di Palermo), della ricerca etnomusicologica (lavora attualmente ad un progetto sulle ninne nanne siciliane finanziato dall’UBI).
INFORMAZIONI
A cura di Veronica Racito
Lunedì 20.00 / 21.30
Inizio Corso 27 settembre
COME PARTECIPARE
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